Perché scegliere un sistema di filtrazione dell’acqua domestica?

L’acqua che beviamo ogni giorno ha un impatto diretto sulla nostra salute, sulle nostre abitudini quotidiane, sul portafoglio e persino sull’ambiente. Sempre più persone stanno considerando l’installazione di un sistema di filtrazione dell’acqua domestica. Perché cambiare abitudini? Ecco alcune domande da porsi prima dell’acquisto.

Quanta fatica si fa a comprare l’acqua in bottiglia?

Acquistare acqua in bottiglia può sembrare una soluzione comoda, ma è davvero così? Ogni settimana (o anche ogni giorno) caricare confezioni pesanti dal supermercato all’auto e poi in casa può diventare un’attività faticosa, soprattutto per chi vive ai piani alti o ha una famiglia numerosa. Un sistema di filtrazione elimina del tutto questa incombenza: basta aprire il rubinetto.


Quanto si spende?

Oltre alla fatica fisica, c’è anche un costo economico. Facciamo un rapido esempio: una famiglia di 3 persone che consuma circa 2 litri di acqua al giorno a testa spende tra i 300 e i 600 euro l’anno in acqua in bottiglia, senza contare il costo della benzina per raggiungere il supermercato e il tempo speso. Un buon sistema di filtrazione ha un costo iniziale (pagabile a rate) e richiede solo una minima manutenzione annuale (cambio dei filtri). In pochi mesi può ripagarsi da solo.


Quanto influisce sul benessere fisico l’acqua che si beve e si usa per cucinare?

L’acqua del rubinetto è potabile nella maggior parte delle zone d’Italia, ma può contenere cloro, metalli pesanti o residui di sostanze chimiche che, pur essendo nei limiti di legge, possono alterarne il gusto o avere effetti sul lungo periodo. Un buon sistema di filtrazione (a carbone attivo, a osmosi inversa o a microfiltrazione) può migliorare la qualità dell’acqua, rendendola più gradevole da bere e più sicura per cucinare. Bere acqua più pura può anche incentivare a idratarsi meglio durante la giornata, migliorando il benessere generale.


Quanto impatto ambientale genera l’acqua imbottigliata?

Un altro aspetto fondamentale da considerare è l’impatto ambientale. Le bottiglie di plastica, anche se riciclate, richiedono grandi quantità di energia per la produzione, il trasporto e lo smaltimento. L’Italia è tra i maggiori consumatori di acqua in bottiglia in Europa: scegliere di filtrare l’acqua del rubinetto significa ridurre drasticamente la quantità di plastica utilizzata e contribuire concretamente alla lotta contro l’inquinamento e il cambiamento climatico. È una scelta che fa bene non solo a noi, ma anche al pianeta.


In conclusione, scegliere un sistema di filtrazione dell’acqua domestica non è solo una questione economica o pratica: è una scelta consapevole che tocca salute, ambiente e qualità della vita. Scegliere di installare un sistema di filtrazione domestico dell’acqua permette benefici immediati e a lungo termine.

Acqua di qualità dal rubinetto di casa…

L‘acqua è un elemento essenziale per la vita e svolge un ruolo cruciale nel mantenere il nostro corpo in salute. Un adulto dovrebbe bere almeno due litri di acqua al giorno, infatti una corretta idratazione serve all’organismo per mantenere giovani organi e tessuti. Bere quindi diventa un’azione quotidiana fondamentale.

Decidere di installare un purificatore sul rubinetto della cucina potrebbe fare la differenza. Infatti, l’acqua dell’acquedotto che usiamo per cucinare, per lavare le verdure, per fare una tisana o un caffè contiene numerose impurità che vengono assorbite dal nostro organismo.

Sul mercato esistono molteplici modelli che con sistemi diversi trattano l’acqua.

In questo articolo analizziamo il sistema HYDROPURA di SNEP, azienda italiana 100% made in Italy.

Hydropura è una macchina con impianto a osmosi inversa e idrogenazione.

Purifica attraverso il processo di osmosi inversa: l’unico sistema capace di eliminare il 95%-99% di sostanze tossiche, virus e batteri. Generalmente i depuratori agiscono sul contenuto di calcare, invece in questo caso vengono rimosse tutte le eventuali particelle residue in sospensione, cloro, solventi clorurati, ferro, piombo e colonie di batteri comuni. Il processo prevede di non intervenire sulla concentrazione di oligoelementi, come previsto per legge, e l’acqua ottenuta avrà un residuo fisso bassissimo.

Idrogenizza l’acqua precedentemente osmotizzata per arricchirla di idrogeno, senza alterare il suo PH, e ottenere un’acqua pura da bere.

Il macchinario, dalle dimensioni contenute (44,5 cm x 41,0 cm x 10,5 cm), viene istallata sotto il lavello della cucina, e un rubinetto a due uscite permette di avere da un lato l’acqua osmotizzata e dall’altro l’acqua idrogenata.

L’acqua osmotizzata si usa per cucinare, lavare le verdure, fare il caffe e in tutti i casi in cui l’acqua va scaldata.

L’acqua idrogenata è perfetta per essere bevuta a temperatura ambiente o fresca da frigorifero. Se scaldata l’idrogeno evapora e perde le sue qualità.

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