Quante storie può raccontarci una foto?
Una, due, tre, mille oppure nessuna.
Dipende tutto dall’occhio dell’osservatore che può decidere se passare oltre oppure fermarsi un attimo e analizzare con più attenzione cosa scorre davanti ai propri occhi.
Immagine della settimana
Progetto realizzato da Eutropia Architettura
La foto è stata scattata a Firenze, non so se dalle finestre sia possibile ammirare la Cupola del Brunelleschi* di certo siamo in un appartamento dallo stile moderno.
Lo sguarda abbraccia uno scorcio della zona giorno e l’attenzione viene subito catturata dalle plafoniere appese al soffitto. L’accostamento di tre punti luce dalle forme differenti, ma dello stesso colore e materiale garantisce il successo e l’originalità della composizione. Quattro sedie di colore nero, come i lampadari, sono accostate a un tavolo bianco dalle linee semplici, ma decise.
In secondo piano una scala a vista in legno, accuratamente disegnata insieme al corrimano che si appoggia esattamente alla mezzeria di ogni gradino, lascia immaginare che al piano superiore sia dedicata la zona notte.
A sinistra sullo sfondo si intravvede un angolo della cucina inondata di luce: due ampie finestre con gli infissi tinteggiati di bianco e i pensili dello stesso colore favoriscono il riverbero della luce. Unico elemento che risalta è il paraschizzi disegnato come se fosse un dettaglio di un quadro di Maurits Cornelis Escher** in cui si alternano le tonalità chiare del rosa pastello e del grigio.
Guardando con più attenzione il pavimento si può inoltre notare un cambio di materiale tra la zona pranzo e la cucina: da una parte abbiamo un parquette a listelle lunghe, dall’altra sembrerebbe esserci una resina, non appaiono infatti fughe. Idea da copiare: usare il cambio di materiale di rivestimento per definire il cambio di destinazione d’uso di una stanza quando non si ha abbastanza spazio per dividere con porte e pareti.
Perché mi ha colpito
Accostamenti
Disegno del paraschizzi
Uso dei materiali
*non è un errore di battitura la “C” maiuscola, ma un doveroso atto di riconoscenza verso un architetto e ingegnere che ha dato un contributo indiscutibile alla storia dell’arte e non solo. (La cupola del Brunelleschi. La nascita avventurosa di un prodigio dell’architettura e del genio che lo ideò)
**se qualcuno avesse voglia di approfondire la conoscenza dell’artista potrebbe leggere il testo Lo specchio magico di M.C. Escher scritto dal matematico Bruno Ernst suo caro amico.