Eclisse di sole o di luna? Di lampada…

Creata nel 1965 dal designer Vico Magistretti per l’azienda Artemide, la lampada Eclisse è un’icona del design italiano del XX secolo progettata per fornire un’illuminazione morbida e diffusa. Nel 1967 vince il Premio Compasso d’oro e fa parte della collezione permanente del Triennale Design Museum di Milano e del MoMa di New York, oltre a essere stata esposta in numerosi musei dedicati al design in tutto il mondo.

@Artemide ECLISSE table lamp by night, foto di MyHouseMyStyle

La lampada Eclisse è una lampada da tavolo alta 18 centimetri e larga 12 centimetri composta da tre elementi: base, calotta esterna fissa e calotta interna mobile. Questo sistema permette al fruitore di decidere autonomamente la quantità di luce desiderata sovrapponendo alla fonte di luce diretta la calotta sferica opaca, che se viene completamente ruotata simula un’eclissi totale e appare solo un bagliore sferico.

La lampada Eclisse è diventata un oggetto di culto per gli amanti del design, grazie alla sua forma elegante e alla sua funzionalità innovativa, e ancora oggi è un prodotto di grande successo. Nel corso degli anni, questa lampada è stata riproposta in numerose versioni, con differenti finiture e colori.

@ copyright Artemide

Grazie alla sua eleganza discreta e alla sua versatilità la lampada Eclisse è diventata un’icona del design italiano e un oggetto di desiderio per gli appassionati di design di tutto il mondo.

Colorful and cool

Quante storie può raccontarci una foto?
Una, due, tre, mille o nessuna.
Dipende tutto dall’occhio dell’osservatore che può decidere se passare oltre oppure fermarsi un attimo e analizzare con più attenzione cosa scorre davanti ai propri occhi

Immagine della settimana

Progetto realizzato da SusieNovakInteriors

@ Foto di SusieNovakInteriors

Musica, colore e calore per ore piacevoli di relax: queste sono le sensazioni che trasmette questo ampio e soleggiato soggiorno.
La luce della primavera entra allegra dalle ampie finestre sullo sfondo che inquadrano un rigoglioso e verdeggiante giardino. Appese alla parete tre chitarre fanno compagnia a un pianoforte a muro che si scorge in una nicchia. Il proprietario forse è un musicista oppure un appassionato che si diverte ad accarezzare corde tese e tasti bianchi per la gioia degli amici?
Un divano in stoffa a mezza luna accostato a una poltrona dalla struttura leggera e a due pouf di colore ottanio sfumato sembra raccontare di serate passate insieme tra chiacchere e musica accompagnati dallo scoppiettare della legna nel camino a parete protetto da una lastra di vetro che ne aumenta sia l’efficienza sia la sicurezza. Due vasi, uno bianco e uno corallo, dalle diverse dimensioni sono appoggiati su un tavolino leggero ovale e sono abbinati ad alcuni cuscini che ne richiamano il colore.
Il pavimento è in legno chiaro e le doghe sono lunghe e strette, mentre soffitto e pavimenti sono tinteggiati di bianco.

Perché mi ha colpito

Complementi d’arredo
Chitarre

Sweet home

Quante storie può raccontarci una foto?
Una, due, tre, mille oppure nessuna.
Dipende tutto dall’occhio dell’osservatore che può decidere se passare oltre oppure fermarsi un attimo e analizzare con più attenzione cosa scorre davanti ai propri occhi.

Immagine della settimana

Progetto realizzato da Eutropia Architettura

@ Foto di Eutropia Architettura

La foto è stata scattata a Firenze, non so se dalle finestre sia possibile ammirare la Cupola del Brunelleschi* di certo siamo in un appartamento dallo stile moderno.
Lo sguarda abbraccia uno scorcio della zona giorno e l’attenzione viene subito catturata dalle plafoniere appese al soffitto. L’accostamento di tre punti luce dalle forme differenti, ma dello stesso colore e materiale garantisce il successo e l’originalità della composizione. Quattro sedie di colore nero, come i lampadari, sono accostate a un tavolo bianco dalle linee semplici, ma decise.
In secondo piano una scala a vista in legno, accuratamente disegnata insieme al corrimano che si appoggia esattamente alla mezzeria di ogni gradino, lascia immaginare che al piano superiore sia dedicata la zona notte.
A sinistra sullo sfondo si intravvede un angolo della cucina inondata di luce: due ampie finestre con gli infissi tinteggiati di bianco e i pensili dello stesso colore favoriscono il riverbero della luce. Unico elemento che risalta è il paraschizzi disegnato come se fosse un dettaglio di un quadro di Maurits Cornelis Escher** in cui si alternano le tonalità chiare del rosa pastello e del grigio.
Guardando con più attenzione il pavimento si può inoltre notare un cambio di materiale tra la zona pranzo e la cucina: da una parte abbiamo un parquette a listelle lunghe, dall’altra sembrerebbe esserci una resina, non appaiono infatti fughe. Idea da copiare: usare il cambio di materiale di rivestimento per definire il cambio di destinazione d’uso di una stanza quando non si ha abbastanza spazio per dividere con porte e pareti.

Perché mi ha colpito

Accostamenti
Disegno del paraschizzi
Uso dei materiali

*non è un errore di battitura la “C” maiuscola, ma un doveroso atto di riconoscenza verso un architetto e ingegnere che ha dato un contributo indiscutibile alla storia dell’arte e non solo. (La cupola del Brunelleschi. La nascita avventurosa di un prodigio dell’architettura e del genio che lo ideò)

**se qualcuno avesse voglia di approfondire la conoscenza dell’artista potrebbe leggere il testo Lo specchio magico di M.C. Escher scritto dal matematico Bruno Ernst suo caro amico.

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