Lug 07, 2015 - 0 Comments - Vita da architetto -

Il parco Trotter: un tempo regno di cavalli e fantini …

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Il caldo fa brutti scherzi, ma a volte aiuta a scoprire luoghi incantati. Dopo una giornata passata al pc tra analisi e calcoli per valutare la classe energetica di un appartamento realizzato negli anni ’70 e aver ovviamente costatato che si posiziona in classe energetica G e con ancora il ronzio nelle orecchie della ventola del povero portatile surriscaldato sono uscita all’aria aperta alla ricerca di un po’ di refrigerio. Destinazione: il parco del Trotter.

 

Il parco si trova a Milano tra via Giacosa e via Padova: fino al 1924 è stato la sede dell’ippodromo. Dove prima correvano cavalli e fantini ora sfrecciano bambini sulle loro biciclette, le mamme con le carrozzine passeggiano, podisti e amanti della corsa si allenano. Infatti, il vecchio percorso ad anello per le gare è stato trasformato in viale alberato.

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Decido di passeggiare all’ombra degli alti alberi alternati a folti cespugli senza una meta precisa, alla ricerca delle tracce dei manufatti progettati dall’ingegner Folli, quando il comune comprò l’area e decise di stabilirvi una scuola speciale per i bambini malati ti tubercolosi. Riesco così a scoprire, ormai nascosta dall’erba, una versione in miniatura dell’Italia: una serie di rocce in cemento riproducono, infatti, la sagoma della penisola con anche tutte le isolette e grazie ad un pannello informativo con una foto dell’epoca scopro che un tempo venivano delimitati dalle acque per simulare i mari. Inoltre, poco discosto trovo riprodotto per terra un’enorme rosa dei venti ormai sbiadita. Un modo interessante e soprattutto all’avanguardia per insegnare la geografia.

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Leggo sulla mappa che tra gli edifici presenti oltre a quelli dedicati alle aule e ai refettori erano stati costruiti due palestre coperte, una piscina, un teatro, un cinematografo, una piccola fattoria con animali e una chiesa. Mi incuriosisce particolarmente la piscina progettata dall’architetto Luigi Lorenzo Secchi tra il 1927 e il 1928. Un enorme invaso infestato dalle erbacce lascia intendere la magnificenza della piscina delimitata da una balaustra. Una scalinata permetteva l’accesso alla parte meno profonda, mentre due scalette sempre in muratura garantivano l’uscita dalla porzione di piscina profonda circa 1,80metri. Peccato non l’abbiano mantenuta in funzione: oggi un tuffo sarebbe proprio servito.

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Milano 1929 Foto di Vincenzo Aragozzini

 

Cammino ancora un po’, ma fa troppo caldo anche qui per proseguire la passeggiata, e mi prometto di ritornarci per continuare la ricerca delle antiche vestigia della scuola all’aperto dove ancora oggi i bambini posso studiare e imparare. Infatti, alcuni padiglioni sono stati trasformati e dedicati alla scuola materna, elementare e media.

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