Esistono vari tipi di bosco che si differenziano per le diverse specie arboree che li costituiscono. Ci sono i boschi di querce, di faggio, di abete ed esistono anche i boschi di bambù e uno di essi è possibile ammirarlo in Toscana dove si trova il Bambuseto versiliese, gestito e curato da tre amici che sono riusciti a trasformare un passatempo in una professione a contatto con la natura e per la salvaguardia dell’ambiente.
Il bosco di bambù della Versilia si estende su di una superficie pari a circa un ettaro ed è popolato da canne della specie Phyllostachys viridiglaucescens. Si stima che abbia un’età superiore ai cinquant’anni, molto probabilmente è il risultato della piantumazione di alcune canne di bambù importate e poi abbandonate a se stesse.

L’essenza ha un’enorme e veloce capacità riproduttiva. Infatti, se non curato un bosco di questo genere si trasforma in una selva intricata di steli in cui ogni centimetro di terreno è occupato e risulta difficilissimo il passaggio. Una canna di bambù, quando cade a terra, si trasforma in altrettanti germogli quanti sono i nodi. Se calcoliamo che i nodi sono distanti circa 25 cm e l’altezza media della canna che cresce in un clima mediterraneo è di 12 metri, è facile immaginare le proporzioni dello sviluppo selvaggio che subirebbe il bosco se non venisse curato.
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Scritto da Chiara Nicora
Fonte http://www.architetturaecosostenibile.it/materiali/bambu/bosco-bambu-italiano-285/



